Riassunto: Se questo è un uomo è un racconto autobiografico di Primo Levi sulla sua sopravvivenza nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, dove fu detenuto dal febbraio 1944 fino alla liberazione del campo il 27 gennaio 1945.
Ecco cos'è un campo di sterminio. Non c'è più bisogno di presentare l'opera di Primo Levi. Opera che scrisse appena uscito dall'inferno di Auschwitz e che fu rifiutata dal grande editore italiano Einaudi. Oggi è un'opera universalmente riconosciuta. Opera che descrive in modo minuzioso, implacabile, scientifico, il meccanismo di questa mostruosa macchina per schiacciare uomini e donne. Solo i nazisti erano in grado di creare tali campi. Non sono mai esistiti e non sono mai più apparsi. La barbarie nazista ci ha mostrato che il male esiste e che loro erano malvagi. Questo campo non aveva altro obiettivo che la “distruzione di un uomo” e la sua messa a morte.
Questa testimonianza inizia con un monito alle generazioni future. Un avvertimento in forma di poesia. "Non dimenticare che lo era, no non dimenticarlo". Senza dimenticare… L'ossessione di Primo Lévi, l'oblio. Questa è l'essenza stessa del suo approccio che ha martellato a casa per tutta la vita, così convinto che un giorno o l'altro l'uomo avrebbe dimenticato. Sta quindi a noi lottare contro l'oblio proponendoci di rappresentare la sua opera.
Come ogni opera che racconta i campi di sterminio, si pone la questione di come rappresentare l'orrore, la crudeltà, l'indicibile? La messa in scena ha il suo posto? Abbiamo bisogno degli artifici della messa in scena? Come rappresentare l'inimmaginabile? Si tratterà di non sovraccaricare l'argomento e di attaccarci al testo. Avvicinati alla testimonianza e allo stile che lui stesso infonde. Leggendo e rileggendo l'opera di Primo Levi, ciò che colpisce è la distanza che lui stesso è capace di creare rispetto alle vicende che ha vissuto nella sua carne. Tanto che ci invita, nostro malgrado, ad entrare in questo “fuori dal mondo” ea rivivere con lui la vita del läger. Diventiamo Haftling... Sta a noi cercare di uscirne indenni.
Dopo una lunga pausa dovuta alla crisi sanitaria e al lavoro di recupero, la compagnia incontrerà le scuole accompagnata dalla cantante e musicista Elisabeth Aubry, per aggiungere un autentico aspetto musicale allo spettacolo.
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Venerdì 10 marzo 2023 alle 18:30 - Charleville-Mézières
Gilbert Pontè
Valentin Ehrhardt - Valentina Vandelli
Elisabeth Aubry
Claudio Ponte
Frédéric Toussaint
Miss Xane Fotografo - Philippe Moench
Cie Belladonna - Angelique Gergen
Dipartimento della Meurthe-et-Moselle / Confluenze dell'Orne Lorraine / Città di Joeuf / Centro culturale P.Picasso (Blénod-les-ponts-à-mousson) / Fort de Metz-Queuleu / Donazione Amilcar Zannoni / LICRA
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