Addio Europa : Parole perdute
Riassunto: Gli esseri umani assumono una dimensione oggettiva, gli animali una dimensione antropomorfa e gli oggetti prendono vita; la natura segue un corso aberrante, nel senso etimologico del termine: devia dalla via che dovrebbe logicamente seguire, abbandona la retta via e si perde nel caos.
L'Unione Europea è nata dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, nel comune desiderio di un mondo migliore, un mondo nuovo. Il dopoguerra ha fatto crescere nel cuore del popolo europeo un desiderio di libertà e di pace, un desiderio di unione sacra, il desiderio di essere una comunità che doveva condividere la stessa visione del mondo.
Le nostre società sono democrazie, liberali e capitaliste, eppure il sentimento di sfiducia non è mai stato così forte, eppure la democrazia sarebbe il governo del popolo, dal popolo e per il popolo, allora perché siamo così arrabbiati con chi ci rappresenta ?
Dal discorso del Ministro degli Esteri di Messin Robert Schuman, il 9 maggio 1950, abbiamo attraversato diverse crisi successive, ma da decenni tutto sta accelerando... Crisi economica del 2008, bancarotta della Grecia nel 2012, Brexit nel 2017, nella crisi sanitaria del 2020...
Siamo destinati a fallire?
Le elezioni rivelano un aumento delle ideologie populiste in tutta Europa, in Francia, Germania, Italia, Austria.
Scioperi e manifestazioni contro chi ci governa abbondano in tutta Europa, i Gilet Gialli in Francia, il movimento "Sardine" in Italia, "Podemos" in Spagna...
Siamo vittime della classe dirigente che manca di immaginazione?
E se l'idea dei padri dell'Europa non fosse stata finalmente solo un'ideologia?
L'opera di Davide Carnevali: "Goodbye Europa: Lost words" ci porta a riesaminarci, attraverso i codici del teatro contemporaneo, sul futuro dell'Unione Europea, sul nostro ruolo di cittadini, e sul non-futuro del nostro mondo economico e modello sociale.
Come per il teatro dell'assurdo, il linguaggio diventa inefficiente, impregnato di linguistica tecnico-commerciale, le parole si perdono, specchio della nostra società occidentale, si disumanizzano.
Il tempo lì è congelato, non scorre normalmente, come la Storia si ripete. Questo ostinato dissonante rivela la nostra immobilità e trascina i personaggi nelle loro stesse finititudini e quindi, per catarsi, nelle nostre.
L'azienda ha appena iniziato la fase di creazione di questo pezzo. La squadra è composta da Denis Jarosinski, Loïc Brabant, Valentina Vandelli e Valentin Ehrhardt per l'interpretazione. La messa in scena è curata da Gilbert Ponté. La luce dello spettacolo è creata da Frédéric Toussaint.
Dal 10 al 17 marzo 2023 la Compagnia è ospitata a Jarny, presso il teatro Maison Elsa. Dal 17 al 21 aprile toccherà alla Fileuse Friche Artistique, a Reims, ospitare questa residenza.
Gilbert Pontè
Loïc Brabant - Valentin Ehrhardt
Denis Jarosinski - Valentina Vandelli
Frédéric Toussaint
Cie Belladonna
Dipartimento di Meurthe-et-Moselle / La Machinerie 54 (Homécourt)
Città di Joeuf / Centro culturale P.Picasso (Blénod-les-ponts-à-mousson)
Il filatore (Reims)
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