Sommario: La storia si svolge durante "i trent'anni gloriosi". Un'atmosfera di esodo, un'urgenza, scandisce l'inizio del brano; dobbiamo andare ma dove? Belgio ? NO ! Germania? America? Nessuno dei due ! Francia, finalmente...
Giacomo è un "singolo in scena" in gran parte ispirato all'opera di Gilbert Ponté "Giacomo, il figlio della città", che vuole essere un teatro popolare.
Il lavoro implica la capacità dell'attore di costruire e decostruire una situazione, un personaggio.
L'adattamento e la traduzione del testo sono stati realizzati con la preoccupazione di essere il più fedele possibile al linguaggio popolare, a volte colorato, brutale, poetico ma ancora vivo!
Una lingua straniera come ricchezza, che ci trasporta e ci trasporta in un altrove... Un ricordo? Una storia ? Un immaginario?
Un testo che apre tante porte, verso un passato dimenticato, un presente vissuto, un futuro che si ripete.
Uno spettacolo, che potrebbe essere una macchina del tempo con soste cantate come legami poetici sospesi nel corso della storia. Lo spettatore viene trasportato in un altro tempo, il tempo di Dalida e John Wayne, delle miniere e del "messaggio", di una Francia nostalgica e di un Nord Italia affamato!
Una scenografia evocativa e trasportante, un muro di valigie come ponte verso la memoria, una foresta di lampadine che rappresentano l'individuo, la vita, un'allegoria del vivente che si anima e muore sulle scene. E poi la televisione, come fine ultimo, come ideale, simbolo di un'epoca passata.
Una creazione di luce che vuole essere calda e morbida, come tante fotografie color seppia che si porterebbero per un attimo ai nostri occhi, un'infusione di immagini che nutrono emozione.
Gilbert Pontè
Valentin Erhardt
Elisabeth Aubry
Nathalie Galloro
Nina Karl-Marchetti
Frédéric Toussaint
La signorina Xane Fotografa
Cie Belladonna
MPT Woippy - Città di Joeuf
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